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Il ritratto

di Marco Appugliese

 

INTRODUZIONE

 

Con la parola ritratto si intende una qualsiasi forma di rappresentazione della figura umana sia essa il solo volto o l’intero corpo.

 

Un ritratto può trasmettere particolari atmosfere o sensazioni (in tal caso l’identità del soggetto passa in secondo piano perché non importa chi è la persona ritratta ma interessa ciò che essa comunica o rappresenta) oppure può evidenziare il soggetto enfatizzando ad esempio la sua bellezza o contestualizzandolo nell’ambiente in cui vive o in cui opera.

 

E’ importante che il fotografo sappia osservare il soggetto e cogliere quegli aspetti di tipo fisico, espressivo o gestuale che lo caratterizzano, che sappia interpretare ciò che il “corpo” comunica (linguaggio del corpo) osservando ed analizzando ogni sua parte, in particolare le mani ed il volto (la mimica, gli occhi, le sopracciglia, l’espressione seria, triste o sorridente, la maschera sociale), che sappia guidare il soggetto nella posa più appropriata alle esigenza di ripresa. Va osservato che l’abbigliamento fornisce numerose informazioni sulla personalità, sul ceto sociale, sulla cultura del soggetto oltre a collocare l’immagine in un preciso contesto temporale.

 

Bisogna stabilire quale sarà l’uso delle immagini (motivazione) e determinare, di conseguenza, la tecnica e lo stile da applicare. Nel “ritratto creativo” è il fotografo a decidere, può quindi sperimentare nuove tecniche dando sfogo alla sua creatività e alla sua sensibilità. Nel “ritratto su commissione” bisogna distinguere se il committente è il soggetto ritratto o meno: nel primo caso il fotografo deve limitare la sua libertà di azione perché deve soddisfare le aspettative della persona che posa (deve ritrarre la persona come essa si vede e non come lui la vede); nel secondo caso (fotografia pubblicitaria, giornalistica, commerciale in genere, ecc.) il fotografo può operare con una certa libertà creativa e stilistica rispettando però il vincolo imposto da altri sul messaggio finale da comunicare.

 

Bisogna scegliere lo stile fotografico (descrittivo, narrativo, drammatico, epico-mitizzante, lirico-estetizzante) ed eventualmente accentuare il messaggio che si vuole comunicare utilizzando opportuni “moduli espressivi” quali la contrapposizione, la similitudine, l’iperbole, il luogo comune, l’umorismo (linguaggio fotografico).

 

Organizzare nel modo migliore la seduta di ripresa garantisce la buona riuscita degli scatti oltre ad evitare perdite di tempo successive per la risoluzione di problemi prevedibili. Dopo aver stabilito la location (se in esterni con riprese in luce naturale va individuato anche l’orario che consenta di avere le migliori condizioni di illuminazione) bisogna scegliere l’attrezzatura da usare, fare l’analisi del volto (operazione che consente di valutare quali siano i punti “forti” e quelli “deboli” del volto) e l’analisi completa della fisionomia (nel caso di riprese a mezzo busto o a figura intera) della persona da ritrarre (queste due ultime operazioni possono essere fatte subito prima dell’inizio delle riprese se non si è incontrato il soggetto in precedenza).

 

Prima di ogni scatto o di una serie di scatti vanno scelte la direzione di ripresa, la posizione del soggetto (posizione del volto e delle spalle) e la direzione dell’illuminazione. Particolare cura va posta nella composizione (ossia nel modo di collocare gli elementi all’interno del singolo fotogramma tenendo presenti i meccanismi della percezione visiva che permettono di comporre in modo efficace ed armonico) e nell’inquadratura. Questi parametri vanno stabiliti sia in base al messaggio che si vuole comunicare sia in base alla fisionomia del soggetto.

Attrezzatura

ATTREZZATURA

 

E’ consigliabile usare una reflex in modalità manuale, impostata sulla massima risoluzione di ripresa e registrazione dei file nel formato Raw.

 

Per il ritratto in primo piano la focale ideale dell’obiettivo (nel formato full frame) è compresa tra gli 85 mm ed i 135 mm (evitare di superare la focale di 135 mm a meno che non si vogliano realizzare immagini dall’effetto particolare). Il medio-tele dà una resa prospettica corretta restituendo il soggetto nel modo più naturale possibile.

 

L’uso di diaframmi aperti (almeno 2,8 o 4) consente di sfocare lo sfondo isolando il soggetto dall’ambiente circostante. Se si preferisce utilizzare un’ottica a focale variabile una scelta valida è lo zoom 70-200 mm che permette di realizzare anche buone foto di moda. Per ritratti a figura intera non si dovrebbe usare una focale al di sotto dei 50 mm (meglio 70 mm) con diaframma 1,8 (o al massimo 2.8) per sfocare lo sfondo. Nel ritratto ambientato il grandangolare (24 o 28 mm nel formato full frame) permette di ottenere immagini particolari ma bisogna porre attenzione a non collocare il soggetto ai margini del fotogramma per evitare una resa prospettica alterata.

 

Si ricorda che nelle macchine fotografiche con sensore di formato APS la focale corrispondente si ottiene moltiplicando la lunghezza focale dell’obiettivo per il fattore 1,5 o 1,6 (dipende dalla fotocamera); se invece il sensore è del formato quattro terzi bisogna moltiplicare la lunghezza focale per il fattore 2.

Fotografando in luce naturale senza l’ausilio di illuminatori a luce continua potrebbe rivelarsi utile l’uso di pannelli riflettenti o di un flash per bilanciare i forti contrasti. Per riprese in sala posa o in luce artificiale bisogna scegliere con cura gli illuminatori (a luce continua o flash) con i relativi accessori necessari (anche eventuali pannelli riflettenti, diffusori o assorbenti).

Inquadratura

INQUADRATURA

 

L’inquadratura migliore va scelta in base al messaggio che si vuole trasmettere ed alle caratteristiche fisionomiche del soggetto. E’ inoltre di fondamentale importanza curare la posa e l’espressione del volto. A seconda dell’inquadratura va stabilito se il taglio dell’immagine deve essere orizzontale, verticale o quadrato. Le inquadrature classiche sono:

 

 

PRIMISSIMO PIANO

Il volto occupa l’intera superficie del fotogramma e la composizione verticale è quella più adatta. Questo tipo di inquadratura permette di isolare il soggetto dal contesto in cui viene fotografato: l’ambiente e l’abbigliamento indossato sono elementi ininfluenti per l’immagine. Vengono invece evidenziate l’espressione (che deve essere quindi particolarmente curata) e la fisionomia del volto. Molta attenzione va posta ad eventuali difetti o imperfezioni della pelle che devono essere minimizzati.

Per non avere deformazioni prospettiche la distanza di ripresa dovrebbe non essere inferiore al metro e mezzo, quindi la lunghezza focale dell’ottica da utilizzare non dovrebbe essere inferiore ai 135 mm (nel formato full frame).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PRIMO PIANO

E’ un’inquadratura utilizzata di frequente e comprende il volto e le spalle del soggetto.

La composizione può essere sia orizzontale sia verticale. Particolare attenzione va rivolta alla posizione delle spalle e a quella del viso.

L’abbigliamento contribuisce a dare informazioni sul soggetto e sull’ambiente circostante che, anche se appare poco nell’inquadratura, determina lo sfondo.

Durante la ripresa la distanza dal soggetto dovrebbe essere di almeno un metro e trenta centimetri e la lunghezza focale dell’obiettivo da utilizzare dovrebbe essere compresa tra gli 80mm ed i 135mm (che corrispondono ad un angolo di ripresa tra i 20 e 30 gradi nel formato full frame).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PIANO MEDIO

La figura è ripresa fino all’altezza della vita del soggetto.

Le braccia e soprattutto le mani entrano a far parte dell’inquadratura e contribuiscono in modo determinante, insieme alla posizione del busto, all’equilibrio dell’immagine.

La composizione più adatta è in genere quella verticale e l’abbigliamento e l’ambiente circostante al soggetto hanno maggior peso rispetto al primo piano.

Anche in questo caso nella ripresa la distanza dal soggetto dovrebbe essere di almeno un metro e trenta centimetri ma si possono usare anche obiettivi con lunghezze focali leggermente più corte rispetto al primo piano (corrispondenti ad un angolo di ripresa tra i 30 e i 45 gradi nel formato full frame).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PIANO AMERICANO

La figura è tagliata all’altezza delle ginocchia.

In genere la composizione utilizzata è quella

verticale e contribuisce a dar informazioni

sull’ambiente circostante pur mantenendo

l’attenzione sul soggetto ritratto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FIGURA INTERA

Nell’immagine appare l’intera figura: anche se il soggetto occupa solo una parte del fotogramma è il centro d’interesse dell’immagine. Lo sfondo e l’abbigliamento sono elementi fondamentali nella descrizione del soggetto e nella costruzione del messaggio che si vuole trasmettere.

Per concentrare l’attenzione sul soggetto bisogna isolarlo dall’ambiente circostante sfocando lo sfondo o utilizzando un fondale neutro (come ad esempio un muro o un fondale fotografico). 

Il soggetto può anche essere rappresentato relazionandolo con l’ambiente circostante (ritratto ambientato): in tal caso l’ambiente contribuisce a dare informazioni sul soggetto, sul suo modo di vivere, sul suo lavoro, sulla sua condizione sociale; molto spesso questo tipo di ripresa dà maggior peso all’azione del soggetto ed al contesto in cui è rappresentato piuttosto che all’individualità della persona ritratta.

Si possono utilizzare ottiche grandangolari di 28-35 mm di focale per trasmettere all’osservatore un senso di vicinanza, di presenza nella scena raffigurata oppure teleobiettivi per dare un senso di distacco sottolineando maggiormente l’azione del soggetto piuttosto che l’ambiente in cui si trova (una messa a fuoco selettiva rafforza ancora di più quest’aspetto).

 

Se il volto del soggetto è particolarmente espressivo ed interessante è consigliabile inquadrare il viso a formato pieno con un corto tele. Per evidenziare gli occhi si può tagliare la parte alta della testa del soggetto, includendo però le sopracciglia: in questo caso gli occhi vanno collocati nel terzo superiore della foto in modo da ottenere una composizione efficace e bilanciata. Per evidenziare invece i capelli lunghi si può nascondere un po’ il volto.

Nel corso di una seduta di ripresa di ritratto è interessante anche scattare alcune immagini relative a parti del corpo del soggetto che ne caratterizzino ad esempio la sua personalità, il suo carattere o il suo lavoro.

E’ fondamentale che la messa a fuoco sia sempre fatta sempre sugli occhi della persona ritratta.

Analisi delvolto

ANALISI DEL VOLTO

 

Le zone del viso in luce permettono di percepire la geometria del volto. Una luce proveniente dall’alto produce riflessi luminosi sulla fronte, sugli zigomi (o sulle guance), sul mento e sul naso. Questi punti luminosi contribuiscono a conferire plasticità e tridimensionalità all’immagine.

Le zone in ombra, al contrario, più sono scure e meno contribuiscono a comunicare la forma del viso.

 

 

VOLTO OVALE

La sua forma approssimativamente è un ovale ed in genere è quello più gradevole e fotogenico.

 

 

VOLTO TRIANGOLARE

è caratterizzato dalla fronte ampia e dal mento sottile. Per una resa naturale la posizione di ripresa deve essere angolata, il soggetto deve essere disposto con il viso inclinato verso l’alto e la fotocamera deve essere posizionata ad un livello poco più basso degli occhi. La luce deve cadere principalmente sulla parte più stretta del volto.

 

VOLTO STRETTO

si adottano tecniche simili a quelle del volto triangolare (non è consigliabile la ripresa frontale).

 

VOLTO QUADRATO

è un volto massiccio caratterizzato da mascelle forti (tipiche dei volti maschili). La posizione del volto deve essere lievemente angolata ed il punto di ripresa leggermente alto per minimizzare le mascelle e stringere la sagoma del viso.

 

VOLTO ROTONDO

è caratterizzato da una preminenza delle guance che sembrano formare un tutt’uno con il mento. La ripresa deve essere angolata di tre quarti con un’illuminazione stretta lasciando in ombra una metà del volto e favorendo la formazione di ombre che modellino le guance e allunghino il viso.

Direzione punto di vista

DIREZIONE DI RIPRESA E PUNTO DI VISTA

 

La direzione di ripresa è quella dell’asse fotografo-soggetto ed è fondamentale per la corretta resa fisionomica del soggetto: per la scelta del punto di vista migliore vanno combinati gli effetti dell’angolazione verticale con quella orizzontale. Nei ritratti in primo piano il punto di ripresa deve essere alla stessa altezza del soggetto (o quasi) per non deformarlo: in particolare il punto di vista neutro è posto all’altezza degli occhi del soggetto; un punto di vista più alto (la maggior parte delle volte risulta quello più naturale) dà risalto alla fascia superiore degli occhi, mentre comprime la fascia inferiore riducendo bocca e guance, nascondendo il collo ed evidenziando i capelli. Una posizione più bassa dà risalto alla fascia mediana ed inferiore del viso, accorciando il naso e sottolineando la bocca, mette in evidenza il collo, nasconde i capelli e dà risalto al mento; tende a dare un tono drammatico all’immagine. Nei ritratti a figura intera il punto di ripresa migliore è in genere all’altezza delle spalle del soggetto; nel fotografare le ragazze un punto di ripresa leggermente dal basso allunga le gambe e fa apparire il corpo più slanciato; sulla spiaggia è possibile ottenere interessanti immagini fotografando distesi a terra.

I gruppi con molte persone devono essere ripresi da un punto di vista piuttosto alto in modo che il volto di ognuna possa essere visibile chiaramente: davanti vanno posizionate le più basse e dietro le più alte in modo che queste ultime escano dalle spalle delle persone della fila avanti a loro (nel formato full frame per i gruppi non utilizzare grandangoli con focale più corta di 35mm).

Posizione del soggetto

POSIZIONE DEL SOGGETTO

 

Particolare cura (soprattutto nel ritratto in primo piano o in piano medio) va posta nella scelta della posizione del volto e delle spalle rispetto alla direzione di ripresa

RIPRESA FRONTALE DEL VOLTO

può essere usata per volti regolari; la tridimensionalità e la plasticità sono prodotte solo dall’illuminazione;

RIPRESA ANGOLATA DEL VOLTO da 30° A 60° dà quasi sempre una prospettiva naturale. L’angolazione di 30° va bene per qualunque viso;

RIPRESA DEL VOLTO DI PROFILO

elementi essenziali sono la forma del naso e del mento

RIPRESA DELLE SPALLE FRONTALI

dà impressione di stabilità e immobilità della persona; rivela ogni asimmetria ed è adatta a persone ben proporzionate;

POSIZIONE DELLE SPALLE ANGOLATE (IN GENERE DI TRE QUARTI)

conferisce dinamicità all’immagine ed è una posizione adatta ad ogni tipo di fisionomia;

RIPRESA DELLA SPALLA DI PROFILO

si addice al ritratto di profilo.

Luci basse

LE LUCI DI BASE

 

La luce continua è generata da una fonte che emette il flusso luminoso in modo continuo (sole, lampada a incandescenza, ecc.), quella flash è invece emessa per un brevissimo intervallo di tempo (lampada flash). La luce continua può essere sia naturale (la luce del sole) sia artificiale (lampade), quella flash è solo artificiale.

Una luce può essere diretta o indiretta: la luce diretta è quella che, provenendo da una fonte luminosa, raggiunge il soggetto senza subire deviazioni, quella indiretta, invece, raggiunge il soggetto dopo essere stata deviata prima da un pannello o da una parete (luce riflessa) oppure attraverso un opportuno accessorio (ombrello, pannello, telo, ecc.) che la diffonde (luce diffusa). 

LUCE PRINCIPALE (O FONDAMENTALE)

E’ la luce che modella e caratterizza il soggetto indipendentemente dall’utilizzo di eventuali luci di schiarita: è la sua posizione a determinare l’esposizione e l’esito finale dello scatto.

La luce principale è quella che crea le alte luci e le ombre del soggetto; è quasi sempre la luce più potente tra quelle utilizzate (in genere luci più potenti di quella principale vanno poste oltre il soggetto).

Può essere diretta o indiretta; una luce principale puntiforme esalta le rughe di espressione ma anche i difetti della pelle, mentre una luce diffusa li attenua. Una regola empirica insegna che la luce principale crea un effetto naturale se il riflesso che genera negli occhi del soggetto corrisponde al numero undici (oppure uno) se si considera l’iride come il quadrante di un orologio.

Questo effetto si ottiene con un’inclinazione della luce principale compresa tra i 40 ed i 60 gradi. Potrebbe essere necessario utilizzare un angolo minore se il soggetto presenta occhi incassati, zigomi sporgenti o fossette sul mento.

L’effetto generato dalla luce principale va visto spegnendo tutte le altre luci utilizzate.

 

 

 

 

 

 

 

Luce principale (illuminatore con ombrello riflettente) >

LUCE SECONDARIA (O COMPLEMENTARE)

Si usa per schiarire e rendere leggibili le zone del soggetto lasciate in ombra dalla luce principale.

Solitamente è una luce indiretta (in genere diffusa), meno intensa della luce principale e serve anche per bilanciare eventuali contrasti eccessivi creati dalla luce principale.

La differenza di esposizione tra luce ed ombra non dovrebbe essere superiore ai due stop. Spesso è posta accanto al fotografo.

Bisogna fare attenzione che non generi innaturali doppie ombre.

La luce secondaria può essere sostituita da un opportuno pannello riflettente. Una luce secondaria può essere usata anche come luce d’effetto per creare particolari “colpi” di luce sul soggetto.

Luce principale + luce secondaria

(illuminatori entrambi con ombrelli riflettenti)

Luce principale + luce secondaria

(illuminatori entrambi con ombrelli riflettenti)

+ luce di fondo

LUCE DELLO SFONDO

Per illuminare lo sfondo si opera in modo diverso a seconda dell’effetto che si vuole ottenere. Per riprodurre il fondale come si vede è necessario che almeno una parte dello sfondo inquadrato riceva una luce di intensità uguale a quella che cade sul soggetto (basta puntare sul soggetto e sullo sfondo due illuminatori di stessa potenza e posti alla stessa distanza). Per riprodurre invece il fondale con una tonalità più scura bisogna che sia meno illuminato rispetto al soggetto, viceversa per riprodurlo con una tonalità più chiara bisogna che sia più illuminato rispetto al soggetto. Utilizzando la tecnica dell’high key il fondo deve essere colpito da una quantità di luce superiore di due stop rispetto a quella che cade sul soggetto (se il fondale è bianco neutro verrà riprodotto perfettamente bianco, se è colorato verrà riprodotto con una gradevole tonalità pastello). Se invece si vuole che il fondo sia perfettamente nero il fondale deve essere sottoesposto di almeno tre stop rispetto al soggetto (se lo spazio tra soggetto e sfondo è poco bisogna utilizzare teli di velluto nero, invece se lo spazio è maggiore, tale da garantire una sufficiente caduta del livello di luminosità, basta che lo sfondo sia scuro e mascherare opportunamente gli illuminatori). Per staccare il soggetto dallo sfondo si illumina la parte di quest’ultimo posta dietro al soggetto con una luce diretta posizionata oltre il soggetto e direzionata dal basso verso l’alto, facendo in modo che lo sfondo sia più illuminato del soggetto (luce di stacco).

 

 

 

 

Luce principale (illuminatore con ombrello riflettente) + luce di fondo >

LUCE D'EFFETTO

Serve per dare profondità e rilievo all’immagine e per rendere ben leggibili i dettagli dei capelli staccandoli dallo sfondo.

E’ una luce diretta di potenza non eccessiva che va puntata sui capelli. In genere si pone l’illuminatore dietro al soggetto in modo che esso stesso lo mascheri (si ottiene così un alone luminoso intorno ai capelli), oppure si colloca l’illuminatore sempre dietro al soggetto ma al di sopra della sua testa e dallo stesso lato della luce principale in modo che la luce arrivi sui capelli dall’alto verso il basso illuminando anche una parte delle spalle (si utilizza in genere uno spot posto su di una giraffa).

Un’altra collocazione è quella a 135 gradi dalla direzione di ripresa con un’angolazione verticale di 45-60 gradi (l’uso di un fondale scuro evidenzia l’effetto).

Luce principale + luce secondaria (illuminatori entrambi con ombrelli riflettenti) + luce di fondo + luce d’effetto (dall’alto dallo stesso lato della luce principale)

Luce principale + luce secondaria (illuminatori entrambi con ombrelli riflettenti) + luce d’effetto (dall’alto dallo stesso lato della luce principale)

Luce principale (illuminatore con ombrello riflettente) + luce d’effetto (dall’alto dallo stesso lato della luce principale)

Luce d’effetto (dall’alto dallo stesso lato della luce principale)

Luce principale + luce secondaria (illuminatori entrambi con ombrelli riflettenti) + luce di fondo + luce d’effetto (dietro al soggetto dal basso)

Luce principale + luce secondaria (illuminatori entrambi con ombrelli riflettenti) + luce d’effetto (dietro al soggetto dal basso)

Luce principale (illuminatore con ombrello riflettente) + luce d’effetto (dietro al soggetto dal basso)

Dirzione dell'illuminazone

DIREZIONE DELL'ILLUMINAZIONE

 

Il tipo di illuminazione dipende dalla disposizione della luce principale rispetto alla direzione di ripresa; la luce può essere dura (direzionata) o morbida (diffusa) a seconda degli accessori usati sugli illuminatori in caso di luce artificiale o dell’ora del giorno, delle condizioni atmosferiche, della stagione in caso di luce naturale. L’angolazione e la distanza della luce principale dal soggetto vanno determinate accuratamente perché se la fonte di luce è troppo vicina può provocare delle bruciature, se invece è troppo lontana può dare un’illuminazione troppo uniforme e quindi un’immagine troppo piatta. La riuscita dello scatto dipende molto dalla corretta illuminazione in quanto le luci e le ombre creano la plasticità del viso e della figura.

 

ANGOLAZIONE DELLA FONTE DI LUCE NEL RITRATTO CON UNA SOLA SORGENTE LUMINOSA

L’angolazione verticale è in genere compresa tra i 10° ed i 45°. L’angolazione orizzontale (verso destra o verso sinistra) è in genere compresa entro i 60°. Entro queste angolazioni si ottiene un effetto naturale, con altre angolazioni si possono ottenere immagini particolari.

LUCE FRONTALE

i raggi paralleli alla direzione di ripresa generano un’illuminazione piatta. La luce frontale deve provenire dall’alto con un’angolazione compresa tra i 30° e i 45°. L’ombra (a farfalla) sotto il naso non deve superare la metà della distanza fra la base del naso ed il labbro superiore. Tale illuminazione va bene in genere per tutti i volti regolari ed in particolare per il ritratto femminile (nasconde la struttura superficiale della pelle). Gli occhi risultano ben illuminati e, se i capelli sono corti, vengono evidenziate eccessivamente le orecchie.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Solo luce frontale (illuminatore con ombrello riflettente) >

LUCE LATERALE A 90°

dà drammaticità all’immagine creando un effetto teatrale. Sottolinea la struttura del volto, evidenzia le rughe e non attenua i difetti. Risultati interessanti si ottengono con tale illuminazione nelle riprese di profilo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Solo luce laterale a 90° (illuminatore con ombrello riflettente) >

LUCE POSTERIORE

è un’illuminazione con angolo superiore ai 90°. Usata da sola come luce principale lascia in ombra il volto che può essere schiarito con un pannello riflettente. L’effetto di tale illuminazione è teatrale. Non va confusa la luce posteriore con quella d’effetto (quest’ultima è una luce secondaria e non una principale). Se la luce è posta dietro al soggetto (180°) si ha il controluce pieno.

Solo luce posteriore (illuminatore con ombrello riflettente)

Luce posteriore (illuminatore con ombrello riflettente) + pannello riflettente

Pannelli riflttenti

PANNELLI RIFLETTENTI, DIFFUSORI, ASSORBENTI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PER RIFLETTERE LA LUCE

 

- pannelli bianchi (o di polistirolo): generano una luce morbida ma poco intensa;

 

- pannelli argentati: generano una luce abbastanza intensa e direzionale (possono essere usati anche come luce principale). Si possono autocostruire utilizzando pellicole d’alluminio tipo Domopak;

 

- pannelli dorati: sono simili ai pannelli argentati ma dànno una dominante calda (sono ricoperti di materiale dorato anziché argentato);

 

- specchi: consentono di creare una luce spot o particolari effetti. Lo specchio devia il fascio di luce senza modificarlo.

 

Nota: lo schermo riflettente dovrebbe avere una superficie uguale o superiore a quella inquadrata; con la luce artificiale data da illuminatori a luce continua o flash per riflettere la luce si possono usare gli ombrelli riflettenti (bianchi, argentati, dorati).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PER DIFFONDERE LA LUCE

 

- pannelli diffusori: ammorbidiscono la luce diffondendola;

 

- drappeggi di stoffa bianca: ammorbidiscono la luce diffondendola (ad esempio le tende bianche davanti ad una finestra).

 

Nota: con la luce artificiale data da illuminatori a luce continua o flash per diffondere la luce si possono usare gli ombrelli diffusori (o i bank): agiscono per trasmissione dando un effetto più morbido ma assorbono una quantità di luce maggiore rispetto a quelli riflettenti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PER ASSORBIRE LA LUCE

 

- pannelli neri: assorbono la luce ed aumentano il contrasto evitando riflessi.

Per bilanciare nel modo migliore la luce durante le riprese è possibile usare i pannelli riflettenti, diffusori o assorbenti. Utilizzando i pannelli riflettenti bisogna indirizzare la luce sulla parte riflettente del pannello (posta davanti alla parte del soggetto che si vuole illuminare) che a sua volta la devia (la riflette) sul soggetto; utilizzando i pannelli diffusori bisogna indirizzare la luce sul pannello che a sua volta la trasmette sul soggetto (il pannello diffusore va posto tra sorgente luminosa e soggetto e la luce lo deve attraversare); il pannello assorbente va collocato come quello riflettente ma poiché è nero non riflette la luce ma la assorbe lasciando in ombra la parte del soggetto posta davanti al pannello. Pannelli colorati producono dominanti cromatiche nell’immagine.

Contrasto

CONTRASTO D'ILLUMINAZIONE

 

 

Il contrasto d’illuminazione dà un’informazione sulla differenza fra la luminosità di una zona in luce e di una in ombra del soggetto: è il rapporto tra la quantità di luce ricevuta dalle zone più illuminate e quelle in ombra più profonda. In genere si indica in forma geometrica mediante una frazione (come il rapporto fra la luminosità della zona in luce e quella della zona in ombra) anziché in forma logaritmica mediante i valori luce.

Ad esempio rapporto 3:1 significa che la quantità di luce che colpisce il lato in luce è tre volte superiore a quella che colpisce il lato in ombra (corrisponde ad una differenza di esposizione di 1,5 EV o diaframmi). Vale la seguente tabella che dà la corrispondenza di misurazione tra il metodo geometrico e quello logaritmico (la prima colonna indica il rapporto di illuminazione, la seconda (in decimali) e la terza (in frazioni) la differenza di esposizione tra luce ed ombra espressa in EV o diaframmi): 

 

 

                                                                                                       

 

                                                                                                        1:1                      0      f

                                                                                                       

                                                                                                        1,26:1                 0,33 f     (1/3)

                                                                                                     

                                                                                                        1,59:1                 0,67 f     (2/3)

 

                                                                                                        2:1                      1      f

 

                                                                                                        2,51:1                 1,33 f     (1+2/3)

 

                                                                                                        3,18:1                 1,67 f     (1+2/3)

 

                                                                                                        4:1                      2      f

 

                                                                                                        5,03:1                 2,33 f     (2+1/3)

 

                                                                                                        6,36:1                 2,67 f     (2+2/3)

 

                                                                                                        8:1                      3      f

 

                                                                                                        10,06:1               3,33 f     (3+1/3)

 

                                                                                                        12,73:1               3,67 f     (3+2/3)

 

                                                                                                        16:1                    4      f

 

                                                                                                          32:1                    5      f

 

                                                                                                        16:1                    6      f

 

 

 

 

Il contrasto di illuminazione si può misurare sia con un esposimetro a luce incidente sia con uno a luce riflessa; si opera in modo diverso ma si giunge allo stesso risultato:

 

- misurazione con esposimetro a luce incidente: si pone l’esposimetro a luce incidente vicino al soggetto e si punta verso la luce principale, si legge così l’esposizione per le alte luci (l’illuminazione nelle zone più chiare dell’immagine). Si scherma opportunamente la sorgente di luce principale in modo che non colpisca direttamente l’esposimetro e si punta l’esposimetro dal soggetto verso la fotocamera: si legge così l’esposizione per le ombre (l’illuminazione per le zone più in ombra dell’immagine). La differenza tra i valore luce misurati indica il contrasto luce-ombra indipendentemente dalle caratteristiche tonali del soggetto.

 

- misurazione con esposimetro a luce riflessa: bisogna utilizzare il cartoncino grigio medio (standard). Si pone il cartoncino grigio vicino al soggetto di fronte alla luce principale e si misura su di esso con l’esposimetro a luce riflessa l’esposizione per le alte luci. Si pone poi il cartoncino grigio vicino al soggetto nel lato in ombra e si misura su di esso con l’esposimetro a luce riflessa l’esposizione per le ombre. La differenza tra i valore luce misurati indica anche in questo caso il contrasto luce-ombra e, poiché la misurazione della luce riflessa è stata fatta sul cartoncino grigio, è indipendente dalle caratteristiche tonali del soggetto.

 

La corretta scelta del contrasto d’illuminazione (o contrasto luci-ombre) determina il corretto equilibrio luci-ombre dell’immagine. Se il contrasto d’illuminazione è superiore ai due stop le ombre assumono una densità eccessiva. Il contrasto luci-ombre va bilanciato con la luce di schiarita se si utilizza uno schema di illuminazione a due luci; se invece si utilizza uno schema ad una sola luce si deve diminuire la brillanza della sorgente luminosa aumentando la superficie della sorgente stessa (a parità di intensità) mediante uno schermo diffusore o riflettente, oppure si deve aumentare l’intensità della luce ambiente che colpisce la parte in ombra del soggetto utilizzando in modo opportuno pannelli riflettenti.

Soggetti

SOGGETTI

 

 

BAMBINI

I bambini sono forse i soggetti più difficili da fotografare e bisogna operare diversamente a seconda della loro età. I neonati devono essere fotografati in un momento in cui siano tranquilli evitando di fargli assumere pose innaturali (ad esempio si possono riprendere in braccio ai genitori oppure al momento della poppata). Dopo i quattro-cinque mesi è possibile adagiarli su un letto matrimoniale (o su un tappeto) aiutandosi con dei cuscini nel caso in cui ancora non riescano a stare seduti senza essere sorretti. Bisogna essere pazienti e non bisogna creare disturbo al bambino facendogli perdere la sua spontaneità. Con la crescita il bambino tende ad essere sempre in movimento: bisogna saper scattare rapidamente, anche a sorpresa, senza distoglierlo da quanto sta facendo. Ciò implica saper impostare la fotocamera celermente e non aver esitazioni nel risolvere eventuali problemi tecnici o di ripresa imprevisti. E’ importante non stancare il bambino con lunghe sedute di ripresa e non fotografarlo dopo che ha pianto perché sulla foto gli occhi verrebbero, inevitabilmente, arrossati e lucidi. Il punto di ripresa deve essere sempre all’altezza del soggetto (il fotografo deve abbassarsi o sedersi a terra); se si fotografa un bimbo insieme ad adulti (ad esempio figlio e genitori) si deve porre particolare attenzione all’inquadratura ed alla direzione degli sguardi di ciascun soggetto in modo da far cadere l’attenzione sul piccolo. L’illuminazione ideale è data dalla luce naturale morbida. In esterni la luce migliore si ha con il cielo coperto; in caso di sole splendente è bene fotografare in ombra oppure, se si è in pieno sole, utilizzare un lampo di schiarita. In interni l’ideale è la luce entrante da una finestra usando il lampo riflesso nel caso in cui si deve bloccare un movimento. Bisogna evitare che il volto del bambino sia illuminato da una luce dura che, provocando un contrasto eccessivo, rende illeggibili le ombre. In genere nel ritrarre un bambino si cerca di esprimere tenerezza nell’età dell’infanzia e curiosità e vivacità in quella della fanciullezza.

 

 

ADOLESCENTI

Particolarmente difficile è fotografare gli adolescenti: l’adolescente pone molta cura nel proprio aspetto perché con la fotografia cerca di comunicare agli altri la propria personalità, o meglio l’immagine che vuol dare di sé. Si deve essere molto pazienti, saperlo guidare nelle pose ma lasciargli libertà nella scelta del look che sente proprio e che lo mette a suo agio.

 

 

DONNE

Nel ritratto femminile in genere si cerca di esaltare la bellezza, l’armonia della forma e della femminilità. L’abilità del fotografo deve essere quella di saper valorizzare qualunque donna evidenziando i suoi tratti migliori e la sua spontaneità. Non è sufficiente un bell’aspetto della modella per assicurare la buona riuscita dell’immagine se manca la naturalezza della posa: al contrario una persona apparentemente “comune", se guidata nel modo corretto, permette di realizzare fotografie di notevoli pregio ed impatto visivo. Bisogna conoscere la personalità del soggetto e saper analizzare la sua fisionomia per individuare eventuali imperfezioni in modo che, operando di conseguenza, sia possibile ottenere immagini valide in ogni caso. E’ importante saper consigliare la modella nella scelta del trucco, dell’acconciatura, dell’abbigliamento, della posa e dell’espressione. Il trucco deve essere leggero, equilibrato e studiato in funzione della luce che si utilizza nella ripresa. I capelli devono essere puliti e soffici, con un taglio appropriato alla forma del viso; se i lineamenti del volto sono regolari va bene qualsiasi acconciatura, se invece sono marcati bisogna trovare un’acconciatura che li attenui. L’abbigliamento, a meno che non si tratti di foto di moda o glamour, deve rispecchiare la personalità del soggetto ritratto evitando colori troppo vivaci (soprattutto per le persone meno giovani) che distolgono troppo lo sguardo dal soggetto*. La posa deve essere armoniosa, naturale ed esaltare le linee del corpo; l’espressione deve essere spontanea. In genere per il ritratto femminile è più adatta una luce morbida (diffusa) che sottolinei la dolcezza del volto ed eventualmente nasconda le eventuali imperfezioni della pelle.

 

 

UOMINI

Nel ritratto maschile, al contrario da quello femminile, lo stile deve essere più descrittivo che estetizzante. Molto spesso è preferibile scegliere il piano medio piuttosto che il primo piano perché permette di inserire nell’immagine più elementi che possano descrivere la personalità del soggetto ritratto. Nel ritratto maschile una luce dura (contrastata) e radente potrebbe costituire quell’elemento in più che aiuta a definire l’interpretazione della personalità del soggetto.

 

Nota * Nel ritratto per evidenziare il volto del soggetto, senza far risaltare l’abito, è consigliabile usare uno sfondo scuro se il vestito è scuro, uno sfondo chiaro se il vestito è chiaro; invece, per immagini con colori molto contrastati bisogna far indossare alla modella vestiti di colore molto diverso o addirittura opposto allo sfondo. La carenza di colore che si ha fotografando in esterni con il cielo coperto, a causa della luce morbida e diffusa, va compensata scegliendo un abbigliamento dalle tinte forti e uno sfondo vivace ed omogeneo. Si ottiene armonia accostando colori uguali ma d’intensità differente (è il cosiddetto tono su tono). Si ha contrasto di tinte quando si mettono vicini due colori diversi tra di loro, ad esempio il rosso e il blu. Una tinta più forte influenza quella più debole. Se non si vuole che la tinta dello sfondo influenzi le delicate sfumature della pelle, il colore degli occhi, il rosso delle labbra, devono essere usati fondi a tinte tenui. I colori aumentano la loro intensità quando il fondo è bianco. Un fondo nero, invece, diminuisce l’intensità di tutti i colori che ci appariranno meno saturi, più chiari e slavati. Il fondo grigio è forse il più adatto per far risaltare i colori nella maniera giusta. 

Ripresa esterna

RIPRESE IN ESTERNI IN LUCE NATURALE

 

 

La luce naturale cade sul soggetto dall’alto. La luce diretta del sole genera ombre dure mentre il cielo nuvoloso diffonde la luce creando ombre morbide (se il cielo è sereno l’illuminazione potrebbe essere troppo dura, se invece è troppo denso di nuvole l’illuminazione potrebbe essere talmente diffusa e piatta da non dar luogo ad ombre). Al variare dell’ora del giorno e nelle medesime condizioni atmosferiche la luce cambia sia di intensità sia di colore. Le ore con la luce migliore per le riprese sono quelle del primo mattino e quelle del pomeriggio inoltrato, quando il sole è particolarmente basso, ed i suoi raggi consentono di avere ombre morbide e ben modulate ed una tonalità cromatica calda (gradevole per il ritratto): questo tipo di luce dà forma ai corpi e rilievo all’ambiente. Se in particolare si fotografa all’alba o al tramonto quando il sole è appena sotto l’orizzonte la luce è bianca, leggermente direzionale e senza la dominante calda arancio-rossastra dei momenti che seguono l’alba o precedono il tramonto. Una luce simile si ha alcune volte durante il giorno con cielo coperto da nuvole bianche che diffondono la luce senza dare la caratteristica dominante fredda dovuta al cielo nuvoloso. Una luce efficace è anche quella data dai raggi solari direzionali in presenza di una zona di cielo coperto con nuvole scure. In tal caso si ha un effetto drammatico. La luce del sole deve essere angolata e non frontale sia per non abbagliare il soggetto sia per ottenere ombre che modellino il soggetto in modo plastico. In pieno sole bisogna ridurre i forti contrasti tra le zone in luce e quelle in ombra utilizzando pannelli riflettenti o diffusori (il contrasto luce-ombra non dovrebbe superare il rapporto 4:1 ossia due stop): bilanciando in modo opportuno il contrasto luce-ombra si può rendere più omogeneo il campo luminoso ed ottenere un effetto plastico gradevole (è importante anche eliminare i riflessi indesiderati sulla pelle, ad esempio con un filtro polarizzatore).

 

Il contrasto si può anche bilanciare con il flash. Se c’è troppo contrasto si espone per le luci e la luce flash va sottoesposta di 1-2 stop (se si lavora con diaframmi chiusi e non si è sufficientemente vicini al soggetto il flash deve avere una potenza adeguata a bilanciare la scena; inoltre non utilizzare tempi più brevi di quello di sincronizzazione del flash). Al contrario se c’è poco contrasto si usa il flash come luce principale lasciando il resto deve essere sottoesposto di 1-2 stop.

 

In generale si dovrebbero evitare le riprese di ritratto in esterni nelle ore centrali della giornata in presenza di sole brillante: quando il sole è alto genera ombre troppo dure ed un alto contrasto. In tal caso si potrebbe fotografare in ombra bilanciando l’eccessiva dominante fredda che ne consegue scegliendo un opportuno bilanciamento del bianco oppure utilizzando una luce ausiliaria calda (ad esempio una lampada al quarzo riflessa su un pannello bianco, sottoesponendo la luce proveniente da quest’ultima di 1-2 stop rispetto alla luce ambiente per non falsare la luce naturale introducendo una dominante giallastra).

Per mettere in risalto il soggetto ritratto bisogna scegliere uno sfondo che non attiri l’attenzione (vanno bene il cielo, un prato verde, uno sfondo uniforme di tinta neutra,…) oppure usare una forte sfocatura (diaframma più aperto di 4) facendo attenzione che non ci siano macchie di colore acceso sullo sfondo per non distrarre l’occhio dell’osservatore dal soggetto.

Luce contrastata

Luce contrastata + flash sottoesposto di due stop

Luce contrastata + flash sottoesposto di uno stop

Luce contrastata + flash senza correzione dell’esposizione

Luce contrastata + flash sovraesposto di uno stop

Luce contrastata + flash sovraesposto di due stop

Riprese interni

RIPRESE IN INTERNI IN LUCE AMBIENTE

 

 

Fotografando in luce ambiente spesso si opera con una bassa luminosità quindi è quasi sempre necessario utilizzare una sensibilità alta. Buoni risultati si ottengono con la luce proveniente da una finestra; in questo caso l’illuminazione dipende da tre parametri:

 

ampiezza della finestra: una finestra piccola dà luce direzionale, una ampia dà una luce più morbida ed avvolgente oltre che una più estesa area illuminata utilizzabile per la ripresa;

 

altezza della finestra dal pavimento: determina l’angolazione della luce sul soggetto. Per modellare efficacemente il soggetto la finestra deve essere alta in modo che la luce cada con la classica angolazione 30°-45°. Una finestra bassa o una porta finestra producono una luce meno gradevole, meno omogenea con una riflessione dal basso provocata dal pavimento poco naturale. E’ possibile controllare la riflessione sul pavimento stendendovi teli scuri o oscurando parte della porta-finestra.

 

orientazione della finestra rispetto al sole: l’orientazione Nord costituisce un’illuminazione diffusa e morbida per quasi tutta la giornata. Se il sole illumina direttamente la finestra, bisogna utilizzare pannelli riflettenti o schermi diffusori semitrasparenti per controllare gli eccessivi contrasti che vengono a determinarsi.

 

 

Note: far attenzione alle dominanti dovute alle pareti, inoltre ricordare che le pareti scure aumentano il contrasto, quelle chiare lo attenuano. Per bilanciare i contrasti, controllare la luce usando teli neri per attenuarla e teli bianchi per diffonderla (per bilanciare i contrasti si possono usare anche dei pannelli). Far attenzione anche alle dominanti che possono essere provocate dalla riflessione della luce sull’ambiente esterno alla finestra (muri colorati, prati, alberi,… soprattutto se l’ambiente è posto ai primi piani di un edificio). E’ conveniente usare il treppiedi.

 

Luce proveniente da una finestra posta alle spalle del fotografo

Luce proveniente da una finestra posta alla sinistra del fotografo

Luce proveniente da una finestra posta alla sinistra del fotografo + pannello riflettente

Luce proveniente da una finestra posta alla sinistra del fotografo + flash senza correzione dell'esposizione

Luce proveniente da una finestra posta alla sinistra del fotografo + flash sottoesposto di uno stop

Luce proveniente da una finestra posta alla sinistra del fotografo + flash sottoesposto di due stop

Attenure difetti

COME ATTENUARE ALCUNI DIFETTI DEI SOGGETTI OPERANDO IN FASE DI RIPRESA

 

 

Alcuni difetti del volto o della figura si possono attenuare adottando opportune tecniche di ripresa:

 

- naso importante: ruotare il viso frontalmente, sollevare il mento, abbassare il punto di ripresa.

 

- naso piccolo e schiacciato: ruotare il viso di tre quarti.

 

- naso aquilino: ruotare il viso verso l’obiettivo, usare luce diffusa.

 

- calvizie: riprendere leggermente dal basso, illuminare di meno la parte alta della fronte, tenere in ombra la parte posteriore della testa e non usare la luce d’effetto.

 

- viso largo: ruotare il viso di tre quarti e riprendere leggermente dall’alto.

 

- viso magro: posizione del viso frontale, utilizzare luce piena o diffusa con luce principale leggermente bassa.

 

- fronte alta o sporgente: far alzare la testa; abbassare un po’ il punto di ripresa.

 

- mento appuntito: sollevare il mento, abbassare la luce principale

 

- mento sfuggente: alzare leggermente la testa e riprendere leggermente dal basso

 

- doppio mento: la parte bassa del viso deve essere poco illuminata, far alzare un po’ la testa, adottare un punto di ripresa leggermente alto.

 

- rughe: utilizzare luce diffusa, abbassare leggermente la luce principale, evitare i primissimi piani.

 

- orecchie a sventola: ruotare il volto di tre quarti evitando di mantenere l’orecchio in vista in asse con l’obiettivo.

 

- occhi sporgenti: sguardo del soggetto verso il basso.

 

- occhi incassati: abbassare leggermente la luce principale; usare luce piena o diffusa.

 

- acne e foruncoli: usare luce continua e diffusa; nelle riprese in bianco e nero usare il filtro arancio-rosso

 

- figura pesante: usare l’illuminazione laterale, in modo da lasciare alcune parti in ombra; far posare il soggetto contro uno sfondo scuro

Occhiali

SOGGETTI CON OCCHIALI

 

 

Nel fotografare soggetti con occhiali, prendendo alcuni accorgimenti, è possibile evitare che si formino riflessi sulle lenti degli occhiali:

 

- evitare di usare troppe fonti di luce ed orientarle in modo che raggiungano il soggetto lateralmente;

 

- alzare le luci e far inclinare lievemente la testa al soggetto verso il basso fino a trovare una posizione del volto che non dia luogo a riflessi (oppure alzare o abbassare lievemente la fotocamera);

 

- evitare che la posizione degli occhiali sia frontale rispetto alle luci;

 

- se si utilizzano pannelli riflettenti per bilanciare ombre e contrasto fare attenzione che non riflettano sulle lenti degli occhiali;

 

- non far guardare il soggetto in direzione di oggetti altamente riflettenti;

 

- è possibile utilizzare il filtro polarizzatore (in particolar modo in studio);

 

- far indossare al soggetto una maglietta scura e non una chiara;

 

- far ruotare leggermente la testa del soggetto in modo che non guardi direttamente nelle macchina fotografica quando si usa il flash in esterni (senza luce pilota).

Per togliere i riflessi dagli occhiali bisogna evitare che gli illuminatori riflettano sulle lenti, utilizzare eventualmente un filtro polarizzatore e/o effettuare una piccola correzione in fase di fotoritocco

Occhi rossi

IL FENOMENO DEGLI OCCHI ROSSI

 

 

Il fenomeno degli occhi rossi può presentarsi quando nelle riprese utilizziamo un flash (non da studio) in un ambiente poco illuminato (soprattutto con soggetti con occhi chiari): consiste nella riproduzione delle pupille in un innaturale colore rosso. Per prevenirlo basta adottare alcune precauzioni:

 

- non usare il flash in asse con l’obiettivo;

 

- far riflettere la luce del flash sul soffitto o su di una parete (bianchi);

 

- ammorbidire e diffondere la luce del flash usando un filtro diffusore oppure ponendo un fazzoletto bianco, o un pezzo di carta da lucido, davanti al flash;

 

- evitare di fotografare al buio completo o con luce ambiente molto bassa;

 

- prima di scattare la fotografia far guardare al soggetto, per qualche secondo, una sorgente luminosa intensa in modo che si restringano le pupille;

 

-evitare che il soggetto guardi nella direzione del lampo.

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